作词 : Jacopo D'Amico 作曲 : Marco Zangirolami/Jacopo D'Amico Ho né problemi di vitto né problemi di diritto ma se non mi vuole ho problemi di cuore E leva quella neve E leva quel liquore o morirò per problemi o di fegato o di cuore Né son duro di cuore né son puro di cuore Quindi quasi sicuro morirò di cuore Ma tu non lasciarmi fuori dai tuoi affari di cuore Non prendermi di petto, prendimi di cuore tanto è già sicuro che soffrirò di cuore ghiaccio vodka cicuta e prima di andare a letto spegni il sole né problemi di vitto né problemi di diritto ma se non mi vuole ho problemi di cuore A furia di prendere e di dare amore, senza maglia mi si vedevano le smagliature sul cuore fino a che al posto del cuore non avevo neanche più un cuore ma solo un grumo di sangue a forma di cuore Poi ci fu il trapianto di cuore E oggi ringrazio di cuore La persona di cuore che mi ha ridato un cuore che in realtà è un albicocca che si scalda col sole i raggi riflessi dalla sua bocca a forma di cuore Ora che ho un cuore nuovo posso ridere di nuovo e posso ridere di cuore e posso scrivere di cuore sì, il titolo è di cuore sì, il titolo è d’amore sì, e non ho finito il titolo è anche D’Amico Né problemi con grasse né problemi con basse basta mettersi di lato, d’accordo, basta metterci il cuore Ringrazio le troie e le suore e soprattutto ringrazio di cuore la persona di cuore che mi ha ridato un cuore che in realtà è un albicocca che si sfalda al sole i raggi riflessi dalla tua bocca a forma di cuore né problemi di tasse né problemi di classe ma ho problemi di cuore se non fa più rumore Il mio cuore suona nel talkbox. L’amore è quell'intertempo Se mi ostino a scrivere, il mio destino sarà di eccetera e di lettere, ma nessuna è quella giusta se non mi permetterà di mettere le labbra, la faccia, il mio francobollo sulla tua busta. Qualsiasi movimento faccia con queste maledette braccia pare inutile se non mi posso chiudere con te in spiaggia a fare gare a colorare sabbia, e il giudice è una testuggine su un bagnasciuga d’acquaragia. L’amore è quell’intertempo in cui qualcuno ti trattiene e ti tira in una stanzetta, e tu cerchi di fuggire, di restare indipendente nel mondo. Ma quando ci ripensi, ti ricredi e ti ritiri e ti sembra il caso di restare, perché il mondo non è poi così grande e la suddetta stanzetta no – non è poi così male. E allora ti giri e baci e benedici chi ti stima, ma svanisce, e scopri che nessuno ti stima o ti tira, e ti si era solo impigliato il maglione nella maniglia. Uscendo fuggi con la prima che capita, e a fin di bene fingi di perderti – sai, capita – il fatto è che faresti tutto giusto per potere passare ancora un po’ di tempo assieme. MALPENSANDOTI Prima di uscire cambio l’ordine dei mobili per dare una parvenza di novità · mi sbarbo e recupero la mia decenza e neanche salgo in auto che sono già in tangenziale · bruumm · in direzione Malpensa. Non c’è neanche l’odore del traffico · nonostante siano già le cinque di venerdì ma · col ponte per le feste · Milano è mezza vuota · se sali in auto e pensi un luogo · sei già lì. E sono i giorni come questo in cui sembra tutto fermo e ogni semaforo è eterno. Potrei sdraiarmi all’incrocio · nudo come un verme all’inferno · tanto qui non viene mai nessuno · come il mare d’inverno. È uno di quei giorni in cui faresti la valigia · e piove per mezzora e poi mezzora no. E io mi sento come un bebè · con la barba grigia · e amo la vita per mezz’ora e poi mezz’ora no. E poi dov’è finita la vita che vorrei? che mi levi le nuvole dalla testa? Ma non devo intristirmi oggi che ritorna lei · pioggia cadi quanto vuoi · oggi è un giorno di festa. Chiedo a chi organizza il mondo perché è tutto così grigio e il pomeriggio è già tutto buio? Perché ho dimenticato il cellulare in ufficio? e ho il cuore così in gola che o muoio o l’ingoio? Mi distraggo col berretto che trovo sul cruscotto · lo guardo come per dirgli – vieni qui · voglio rilassarmi · starti sotto – Lo indosso ma non mi rilassa neanche il cachemire · tutt’altro · porta tutte le altre nuvole in testa e il pensiero che esista una bomba H ma ancora non esiste una lana che scaldi fresca · l’unica a riuscirci per ora è la vodka. Dovrei forse farmi un minibar in auto · dato che in questa mini-auto io ci vivo? Grido: garcon! Poi ci ripenso e grido: no! Perché mi deconcentra bere mentre guido e poi sono già all’arrivo. Ma non mi fermo al primo giro · faccio un altro giro come i recidivi · e al secondo ne trovo uno. L’accetto. È perfetto. Davanti al terminal degli arrivi. Vado all’ingresso · faccio per entrare · il meccanismo automatico · le porte che si aprono per farmi passare · mi fa pensare: qualsiasi addio · anche tra due porte · è traumatico. Entro e lascio correre lo sguardo che va a riposarsi sul tabellone degli arrivi. Il suo volo c’è · Ma ha mezz’ora di ritardo · povero cuore mio · sempre a sopportare bibi. Mi accomodo su un divanetto così perfetto che puoi ripassarci i fondamenti di geometria. Qui dentro tutti abbracciano una donna · ma io attendo ancora la mia · come gli ebrei il Messia. L’ansia mi scompone · se non sto fermo · l’attesa prende una brutta piega · e pure il pantalone. Mi alzo per sistemare le cose e il tabellone questa volta dice che il suo volo tarda due ore. In piedi · sono come un bimbo alla lavagna. L’attesa mi segue · cerco d’ingannarla e vado fuori. Nonostante Malpensa sia in campagna · non c’è nessuno che venda un mazzo di fiori. Dio · quanto sangue freddo ci vuole aspettando la donna che si ama · soprattutto se non si è sicuri dell’amore e se è permasa per mesi lontana. Com’è possibile che non bastano 3 mondi per trovare quello che veramente cerchi e l’amore più lungo dura un paio secondi? Ami sempre chi ti fa soffrire e fai soffrire terzi. L’amore toglie la fame · resti a digiuno · così bevi un mare per colmare gli spazi vuoti ma il sale fa ancora più male · per sopravvivere · ognuno cerca il proprio pozzetto come Cochi. Ma poi · quando la vedo · non penso più e non so s’é lontana o vicina · come i bimbi la tv · e il male che ho dentro non sento più · ma non so s’é lontano o vicino · come i bimbi la tv.